Carissime lettrici e carissimi lettori, mentre sono già cominciati i primi eventi celebrativi della ricorrenza del 50° di fondazione del DOB – Donatori Organi Bergamo, che divenne Aido meno di due anni dopo, riproduciamo il racconto che lo stesso Brumat scrisse per il libro dei vent’anni di vita del DOB-AIDO nel 1991, stampato a cura della SESAB (editrice fra gli altri dell’Eco di Bergamo) nel mese di aprile del 1992. Sono certo che troverete di grande interesse storico e socio-economico, oltre che associativo, questo racconto diretto del fondatore del DOB e dell’Aido, scritto peraltro con una “facilità di penna” che lo rende scorrevole e gradevole alla lettura. Nei prossimi numeri di Prevenzione Oggi continueremo questo viaggio alla riscoperta delle radici e delle ragioni (ancora oggi attualissime) del nostro essere Associazione per la cultura della donazione.
Corrado Valli
1971-2021
Proprio in un anno così delicato come quello che stiamo vivendo, ricorre il 50° anniversario di fondazione dell’Associazione DOB. Non potremmo che usare parole più sentite di quelle del fondatore cav. Giorgio Brumat per ripercorrere l’inizio degli anni ’70 e quell’intuizione che salvò, salva e continuerà a salvare molte persone dalla morte certa. “Nella mia attività di collaboratore scientifico di una casa farmaceutica, periodicamente visitavo i medici dei vari reparti ospedalieri e ve n’era uno in particolare che visitavo malvolentieri: il centro dialisi. Vedere quei pazienti emaciati, dai volti tristi, sconsolati, legati ai reni artificiali per 11-12 ore al giorno per tre giorni alla settimana, mi provocava una tale angoscia da togliermi il respiro – prosegue Brumat nelle pagine del libro dei vent’anni di storia dell’Aido -. Incominciai allora ad interessarmi al problema di questi ammalati; interpellai medici, chirurghi, consultai nefrologi, dializzatori, medici legali, biologi. I dializzati non avevano un futuro certo se non nel trapianto. E il trapianto divenne il mio obiettivo. Dovevo fare qualcosa; la mia coscienza si ribellava nel vedere l’indifferenza, quasi totale, verso questi pazienti. Non si attivavano nuove strutture, non si prestava attenzione ai chirurghi che volevano rendere operanti i loro Centri di trapianto. Non si rendeva di dominio pubblico il disagio, la precarietà, il grido di dolore che si levava dai Centri dialisi. Casi pietosi, drammatici, decessi… viaggi della speranza all’estero, il più delle volte vani. No! Non era più possibile tacere, far finta di niente. Non potevo più ripetermi. Dovevo fare qualcosa, costasse quel che costasse. E così feci”. E così fece. “Era già luglio del 1971 e la fatalità volle che venissi invitato dal Parroco del Monterosso, quartiere periferico di Bergamo ove abitavo, ad una riunione del Consiglio Parrocchiale per il programma dei festeggiamenti in occasione della consacrazione della nuova Chiesa del Quartiere. Intervenni senza supporre che in quella sede sarebbe maturato e avrebbe preso corpo il mio progetto. Fu per un istintivo moto di dissociazione a certi suggerimenti ricreativi, quale corollario festoso e popolare nel giorno della consacrazione, che interruppi la sequela di proposte, suggerendo ciò che mi sembrava più consono e più coerente con la sacralità della cerimonia. Perché non manifestare più cristianamente la gioia dei parrocchiani con un atto di solidarietà, andando tutti, il giorno della consacrazione, a donare il sangue? Perché non dar vita all’Associazione Donatori d’Organi? L’idea piacque a buona parte dei presenti, primo tra tutti il Parroco don Giovanni Bonanomi che offrì la sua disponibilità alla quale altri si associarono. Fu una gara commovente: quasi 100 ragazzi si presentarono spontaneamente o sollecitati dai più adulti, per aderire ad una o a tutte e due le iniziative”. Il giorno della consacrazione del Tempio, in cui 120 ragazzi e qualche adulto, si presentarono per la loro prima donazione di sangue, si compì anche il primo passo verso la creazione della nuova Associazione Donatori d’Organi. “Non fu difficile: 87 persone aderirono immediatamente. Avevo già deciso quale sarebbe stata la denominazione, la proposi agli iscritti che l’accettarono all’unanimità: si sarebbe chiamata DOB – Donatori Organi di Bergamo. Ai primi di novembre la Sede provvisoria del DOB era già operante presso il mio domicilio e tutto era pronto per ufficializzare il battesimo dell’Associazione”.
Il 14 novembre 1971 presso la Sede provinciale dell’Avis di Bergamo, venne ufficializzata la costituzione dell’Associazione Donatori Organi di Bergamo – DOB. “Dal giorno della costituzione non ci furono soste alla nostra attività e quasi tutte le sere della settimana mi recavo presso le Sezioni Avis, accompagnato dai miei giovani e validi collaboratori a raccogliere proseliti e a formare gruppi”. Dell’Aido, e ancora prima della DOB, Brumat fu l’ideatore, il fondatore e l’appassionato sostenitore; la amò, la fece apprezzare, la difese; all’Aido dedicò tutta la sua vita e tutte le sue energie, fino all’ultimo giorno. La città di Bergamo, che dà i suoi natali alla DOB, ospita, oltre alla sede Provinciale, anche la sede dell’Aido Regionale Lombardia e, oggi, anche una sede operativa dell’Aido Nazionale. Le celebrazioni Per celebrare l’Anniversario di Fondazione, nonostante la pandemia da Covid-19 ci stia imponendo delle restrizioni alla quale non sappiamo dare una fine, il Consiglio Direttivo Regionale Lombardia e Provinciale di Bergamo hanno deliberato di organizzare una serie di iniziative con l’intento di rendere ancora più presente l’Associazione nel tessuto sociale lombardo e, nella fattispecie bergamasco coinvolgendo gli Enti pubblici e privati nella vita dell’Associazione. Tra i progetti che hanno già varcato la linea d’inizio c’è quello di “storie d vita vissuta”; il coinvolgimento tramite interviste mirate dei veri protagonisti di Aido, i riceventi e le famiglie dei donatori. Prenderà il via anche la campagna di sponsorizzazione delle immagini della donazione per sei mesi sugli autobus di linea della città di Bergamo e dell’hinterland dove sicuramente il logo del 50esimo, quello di Aido e di conseguenza il nostro messaggio, saranno posti all’attenzione ed alla riflessione della popolazione. In dirittura d’arrivo anche l’idea di illuminare monumenti e montagne della bergamasca con il simbolo di DOB e Aido, con l’intento di rendere ancora più presente l’Associazione nel tessuto sociale lombardo.
Il giorno 10 luglio sarà presentato l’annullo filatelico composto ad hoc per l’occasione con tre cartoline distinte e affrancate con il francobollo commemorativo del Beato don Carlo Gnocchi: una sarà l’immagine di Bergamo alta con il panorama dei monti bergamaschi, una con l’immagine di Brumat e la terza l’immagine di due mani che donano un cuore. Nella stessa giornata si svolgerà la manifestazione denominata “50 vette” nella quale i volontari di Aido, in collaborazione con i volontari del CAI raggiungeranno le vette di 50 montagne, in onore dei 50 anni del DOB, e porteranno una bandiera con il logo dell’Associazione. In presenza di rifugi vicino alle vette, lasceranno materiale di divulgazione della cultura del dono. In programma c’è anche la tradizionale cerimonia presso il Tempio del Donatore della Regione Lombardia in Val di Scalve (BG) e quella commemorativa al quartiere Monterosso (BG), entrambe manifestazioni che si tramandano negli anni e che hanno un grande significato per tutti i volontari così come la famosa “Fiaccolata per la Vita” da sempre organizzata da Aido Provinciale di Bergamo con l’aiuto dei Gruppi.
Nel mese di agosto, sarà organizzata da Aido Provinciale di Brescia e dal Gruppo Aido di Coccaglio (BS) la emozionante marcia “Vita per la Vita” che si snoderà in percorsi tra le province di Bergamo e di Brescia per giungere a Coccaglio (BS). Nel prossimo autunno-inverno, sperando che lo stato di emergenza sia finito, si pensa di organizzare una cerimonia al Cimitero monumentale di Bergamo dove il cav. Brumat riposa. Verrà deposta una targa commemorativa in suo onore nel Famedio del cimitero monumentale, luogo che a Bergamo è dedicato a chi ha contribuito a fare grande la città. Si è in procinto di organizzazione anche una conferenza medica sulla storia dei trapianti e su come i trapianti sono cambiati rispetto agli inizi e un convegno scientifico sul rapporto tra religioni e donazione di rilievo nazionale. Certamente più concreta la mostra fotografica itinerante della storia di DOB e Aido presso l’Aeroporto di Orio al Serio e la Hospital Street di ASST Papa Giovanni XXIIII. La concezione di una mostra allestita nella Hospital Street di ASST Papa Giovanni XXIII e nell’Aeroporto di Orio al Serio presenta indubbi elementi di fascino e di sfida. La mostra ambisce a soddisfare bisogni molteplici e differenziati. Il primo obiettivo è quello di consentire di avvicinare un pubblico vasto e differenziato alla tematica della donazione degli organi e a tutte le relazioni legate al mondo dei prelievi e dei trapianti. Ulteriore obiettivo è quello di utilizzare la mostra come momento propulsore di conoscenza e di visibilità della storia dell’Associazione. Dulcis in fundo, uno spettacolo teatrale per la cerimonia conclusiva del 50°.